La religione fa parte integrante della vita dei Pigmei, aiuta ad affrontare l'incertezza del domani dove la sopravvivenza dipende dai doni della natura ed è fondamentale conciliare le forze che determinano questa possibilità. Secondo le loro credenze uno spirito superiore è il padrone delle risorse concesse agli uomini, i riti religiosi hanno lo scopo di mantenere questa armonia.

Le cerimonie radunano un gran numero di Pigmei e sono precedute da riti misteriosi ai quali solo gli iniziati possono prendere parte.
     In un luogo segreto nella boscaglia si invoca "Egenghi", lo spirito della foresta che si incarna nascosto in un abito fatto con fibre intagliate da alberi. Si muove danzando e agitandosi tra le grida dei partecipanti e il ritmo dei tamburi.
     Questa cerimonia inizia non appena fa buio, per poi durare tutta la notte alla tenue luce del fuoco o della luna.

Per quanto tempo ancora i Pigmei godranno di questa tranquillità? E come potranno sopravvivere ai grandi cambiamenti in atto?
     Noi non possiamo opporci ai progetti dei governi, ma possiamo collaborare e aiutare questo popolo perché non diventi razza in via di estinzione.

I Pigmei sono uno degli ultimi popoli primitivi, tradizionalmente semi nomadi, vivono di caccia e prodotti della foresta in una economia che si basa principalmente sullo sfruttamento delle risorse, senza trasformare l'ambiente con l'agricoltura o l'allevamento, in un equilibrio molto vicino alla simbiosi. La foresta, madre nutrice, mette fauna e flora a disposizione degli uomini, è quindi essenziale che questi beni possano rinnovarsi per assicurare la sopravvivenza.

I Pigmei vivono nelle huttes, capanne di forma semisferica fatte con rami e foglie, il compito di costruire queste caratteristiche dimore è affidato alle donne che in poche ore riescono a creare dal nulla e in qualsiasi luogo un vero e proprio accampamento.
     Il numero dei componenti che vi abitano varia da 30 a 70 persone, tutte strettamente imparentate tra di loro.

I Pigmei si nutrono principalmente di animali più comuni - maiali, scimmie, topi - e di prodotti raccolti, come bruchi, larve trovate nei tronchi morti, tuberi, funghi, foglie di liana, miele e banane planten.
     La carne può essere affumicata per lo scambio con villaggi vicini. Solitamente la raccolta del giorno viene consumata entro 48 ore.

In quell'ambiente la luce, bloccata dalla fitta vegetazione, fatica ad entrare e il tempo è un valore privo di significato.
     La seconda attività per importanza è la ricerca del miele. Carico di un alto valore simbolico esso è considerato "liquore di vita".
     Il primo miele di stagione è preceduto da rituali collettivi, unico caso per un'attività relativa alla raccolta.

La caccia è un'attività riservata agli uomini. E' attorno ad essa che si costruisce il percorso verso la maturità dei giovani e si garantisce la sopravvivenza della comunità dividendo equamente la selvaggina.
     Le battute di caccia possono durare giorni o settimane. Camminatori infaticabili, i Pigmei si muovono agilmente tra liane pungenti e radici. Riescono sempre ad orientarsi e a ritrovare la strada nella foresta, la quale è sempre uguale e senza punti di riferimento.

Le abitudini dei Pigmei Baka

Fotografie e testo di Umberto Guizzardi